Il secondo appuntamento della partnership Il Sole 24 Ore Radiocor e la Cattedra AIDAF-EY di Strategia delle Aziende Familiari in memoria di Alberto Falck mostra come i dati sfatano il detto «la prima generazione crea, la seconda mantiene, la terza distrugge», come si racconta da decenni dell’#imprenditoriafamiliare italiana. Tanto da parlare di maledizione della terza generazione, appunto. Ma il finale che raccontano i dati degli ultimi anni appare ben diverso e FABIO QUARATO, direttore AIDAF-EY Strategia delle Aziende Familiari dell’Università Bocconi, arriva a parlare di «una svolta storica». Svolta che fa bene alle imprese e anche al pil.
Tra le aziende che hanno visto approdare al timone le #nuovegenerazioni già tra il 2010 e il 2019, in uno scenario in cui in generale le imprese familiari hanno registrato un +7-8% l’anno di crescita, si è toccato in media un punto in più, attorno al 9%. Che tradotto significa una #crescita del 10% maggiore delle imprese dove quel ricambio non è avvenuto.
Più complesso resta l’addio al #fondatore, per imprese familiari che spesso vivono del nome e dell’autorevolezza di chi le ha create. In questi casi qualche scossone rimane. Ma, dice ancora Quarato, «molte lezioni del passato si sono capite, negli ultimi anni il #passaggiogenerazionale è stato programmato e guidato. Da una parte il covid ha convinto le vecchie generazioni a passare la mano in una sorta di acceleratore. Ma, dall’altra il passaggio è stato gestito. Sia con la preparazione adeguata di chi era destinato a prendere le redini dell’azienda, sia con un periodo più o meno lungo di affiancamento. E dove non ci sono strappi l’effetto si vede».
Ma frutti ancor più consistenti potremmo vederli negli anni successivi. «Se il tasso di ricambio proseguirà, saranno seimila #impresefamiliari italiane, quasi una su due, a cambiare guida nei prossimi dieci anni e a guadagnarci sarà la crescita, anche del pil italiano. Numeri che andranno ad impattare sul #pil dell’intero sistema paese», dice Quarato «e questa volta dovremo dire grazie ai nipoti, smentendo i luoghi comuni».
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