Nederlandsche Cocaïnefabriek
Nederlandsche Cocaïnefabriek | |
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Stato | Paesi Bassi |
Fondazione | 12 marzo 1900 a Amsterdam |
Fondata da | Koloniale Bank |
Chiusura | 1975 (fusione in AkzoNobel) |
Sede principale | Amsterdam |
Settore | Farmaceutico |
La Nederlandsche Cocaïnefabriek ("Fabbrica olandese di cocaina") fu un'azienda di Amsterdam che nel corso del XX secolo produsse a scopi medici cocaina, morfina, eroina ed efedrina.
Importava le materie prime soprattutto dalle Indie orientali olandesi e vendeva i prodotti finiti in tutta Europa, realizzando ottimi profitti, specialmente negli anni precedenti l'inizio della Prima guerra mondiale.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Fondazione e inizi
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1875 furono trasferite dal Brasile all'Orto botanico di Bogor, a Giava, le prime piante di coca.[1] Le foglie di coca venivano successivamente esportate soprattutto in Germania attraverso la Koloniale Bank di Amsterdam. Tra le 34 e le 81 tonnellate di foglie di coca all'anno dal 1892 al 1900 furono esportate in Europa.
A causa della crescente domanda e dell'offerta costante, la Koloniale Bank decise di dar via alla produzione di cocaina ad Amsterdam e fondò di conseguenza la Nederlandsche Cocaïnefabriek il 12 marzo 1900.[1] L'edificio scelto come prima sede fu progettato da Herman Hendrik Baanders e venne ampliato nel 1902; tuttavia nel 1909 l'intera produzione dovette trasferirsi in un altro edificio.
La cocaina prodotta veniva venduta come farmaco per una serie di disturbi al petto e ai polmoni, ma era anche acquistata per essere utilizzata come stupefacente. L'azienda divenne così in breve tempo uno dei principali produttori di cocaina in tutto il continente europeo.[1]
Durante la Prima guerra mondiale
[modifica | modifica wikitesto]Nei primi anni di guerra l'azienda trasse profitto raggiungendo anche i clienti che prima erano serviti dalla tedesca Merck, azienda che fu colpita da diversi divieti di esportazione.[2] Dei divieti sull'esportazione furono introdotti anche dal governo olandese: era infatti vietato vendere agli Stati belligeranti forniture mediche, tuttavia la Cocaïnefabriek ottenne un'esenzione e poté continuare ad esportare i suoi prodotti. L'azienda incominciò a vendere parte della cocaina all'inglese Burroughs Wellcome & Co che la utilizzava nel prodotto Forced March, che, secondo lo slogan pubblicitario dell'epoca, «Attenua la fame e prolunga la forza di resistenza».[3][4]
La cocaina e l'oppio diventarono così prodotti facilmente reperibili per i soldati inglesi fino a quando non furono entrambi proibiti secondo il Defence of the Realm Act del 1916.[4] Nel 1917 la guerra sottomarina indiscriminata impattò le importazioni d'oltremare, colpendo tra le altre, anche la Cocaïnefabriek.[5] Secondo Bosman, aziende come Merck producevano in media 7 000 kg di cocaina all'anno nel periodo tra il 1910 e il 1914, mentre nel 1918 ne producevano soltanto 1 700.[6] La Cocaïnefabriek tra il 1910 e il 1917 produceva in media 750 kg, mentre a partire dal 1918 poté aumentare la produzione fino a 1 500 kg.[6]
Prima e dopo la Convenzione internazionale sull'oppio del 1925
[modifica | modifica wikitesto]Due conferenze, che si tennero una a Shanghai nel 1909 e l'altra a l'Aia nel 1912, gettarono le basi per il controllo delle sostanze stupefacenti. Nella legge approvata dal parlamento olandese del 1919 riguardante l'oppio e le altre sostanze, la cocaina venne classifica come una sostanza stupefacente. Per i vertici della Cocaïnefabriek ciò significò che l'azienda doveva munirsi di un permesso per la produzione e la messa in commercio della cocaina, permesso che fu successivamente concesso. All'inizio degli anni 20 l'azienda arrivò a produrre circa il 20% della cocaina prodotta su tutto il globo.
Alla Convenzione internazionale sull'oppio del 1925 fu deciso un sistema di autorizzazioni per regolamentare le esportazioni e l'importazione di cocaina a scopo puramente medico e scientifico verso altri Stati.[2]
I Paesi Bassi imposero nel 1928 ulteriori restrizioni per limitare la vendita di cocaina a scopi medici. Il divieto interessò anche la Cocaïnefabriek, ma non tutti gli Stati che confinavano con i Paesi Bassi ratificarono immediatamente le decisioni della Convenzione del 1925; di conseguenza l'azienda poté continuare ad esportare i suoi prodotti verso l'estero.
Tuttavia nel 1930 la cocaina era diventata ormai un prodotto secondario e l'azienda diede inizio alla produzione di altre sostanze.[2]
Ultimi anni
[modifica | modifica wikitesto]A partire dagli anni 30 la Cocaïnefabriek iniziò a produrre oppiacei come la morfina e la codeina per sostituire la cocaina il cui commercio era ormai molto controllato. Questi due prodotti però generavano margini di profitto molto ridotti.[7]
Allo scoppio della Seconda guerra mondiale la Cocaïnefabriek poté aumentare i propri profitti sugli oppiacei prodotti, a causa della scarsità del mercato globale. In seguito all'invasione tedesca dei Paesi Bassi incominciata il 10 maggio 1940 e terminata il 17 successivo, la Cocaïnefabriek diede inizio alla produzione di efedrina e amfetamina.[8] La mancanza di materie prime, in particolare la paglia di papavero, ebbe ripercussioni sull'azienda e gli oppiacei iniziarono ad essere prodotti principalmente in Germania.[9]
Dopo la fine della guerra la produzione riprese e la paglia di papavero incominciò ad essere importata dalla Turchia e dalla Jugoslavia.
Nel 1962 le azioni della società furono acquistate dalla Koninklijke Zwanenberg Organon (KZO, successivamente Akzo).[10] Poco dopo la KZO acquistò anche il principale rivale della Cocaïnefabriek, ovvero la VPF.[11] I vertici della KZO riorganizzarono e fusero in un'unica azienda le due aziende precedentemente rivali. Unificarono anche la produzione e lo stabilimento della Cocaïnefabriek di Amsterdam fu chiuso spostando la produzione ad Apeldoorn.[12]
A partire dal 1975 quel che rimane della Cocaïnefabriek fa parte della società Diosynth, controllata oggigiorno dalla multinazionale AkzoNobel.[13]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c van der Hoogte.
- ^ a b c Bosman vol 1, p. 129.
- ^ «Allays hunger and prolongs the power of endurance».
- ^ a b (NL) Eric R.J. Wils, Nederlandse cocaïne aan het oorlogsfront, su wereldoorlog1418.nl, 2009.
- ^ (EN) Dirk Steffen, The Holtzendorff Memorandum of 22 December 1916 and Germany's Declaration of Unrestricted U-boat Warfare, in The Journal of Military History, vol. 68, n. 1, Society for Military History, gennaio 2004, pp. 215–224, DOI:10.1353/jmh.2003.0412.
- ^ a b Bosman vol 2, p. 453.
- ^ Bosman vol 1, p. 195.
- ^ Bosman vol 1, pp. 217, 227.
- ^ Bosman vol 1, p. 235.
- ^ Bosman vol 1, p. 227.
- ^ Bosman vol 1, p. 17.
- ^ Bosman vol 1, p. 283.
- ^ (NL) Jo Haen, Nederlandsche Cocaïne Fabriek op de Duivendrechtskade, su vriendenvanwatergraafsmeer.nl, 31 gennaio 2024.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) H.H. Bosman, The history of the Nederlandsche Cocaine-Fabriek and its successors as manufacturers of narcotic drugs, analysed from an international perspective, vol. 1, Launceston, Foot & Playsted Pty. Ltd., 2012, ISBN 978-0-9872751-2-7 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
- (EN) H.H. Bosman, The history of the Nederlandsche Cocaine-Fabriek and its successors as manufacturers of narcotic drugs, analysed from an international perspective, vol. 2, Launceston, Foot & Playsted Pty. Ltd., 2012, ISBN 978-0-9872751-3-4 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
- (EN) Arjo Roersch van der Hoogte e Toine Pieters, From Javanese Coca to Java Coca: An Exemplary Product of Dutch Colonial Agro-Industrialism, 1880-1920, in Technology and Culture, vol. 54, n. 1, Johns Hopkins University Press, gennaio 2013, pp. 90–116, DOI:10.1353/tech.2013.0045.
Altri progetti
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