🛫 L'arte sottile della comunicazione tecnica: una riflessione ad alta quota Durante il mio ultimo volo, mentre l'hostess illustrava le procedure di sicurezza, mi sono ritrovata a osservare la safety card nel taschino davanti a me. Come communication designer, questi momenti di "pausa forzata" diventano spesso occasioni di riflessione professionale. Ho notato come, nonostante l'importanza delle informazioni, il mio sguardo fatichi a seguire il flusso delle istruzioni. Non sono l'unica: guardandomi intorno, praticamente nessun passeggero stava prestando attenzione né alla card né alla dimostrazione. Questa disattenzione collettiva non è solo il risultato della familiarità con il volo o della fretta. È il sintomo di una comunicazione che non riesce a ingaggiare il suo pubblico. La verità è che non basta che le informazioni siano tecnicamente corrette. Il nostro cervello cerca naturalmente percorsi intuitivi, gerarchie chiare, storie che abbiano senso. Quando un documento tecnico rispetta questi principi naturali di organizzazione visiva, la comprensione diventa spontanea. È affascinante come piccoli accorgimenti di design possano fare una grande differenza: la disposizione spaziale che rispecchia la sequenza delle azioni, gli elementi grafici che guidano lo sguardo, le dimensioni che comunicano le priorità. Non sono vezzi estetici, ma strumenti potenti per trasformare informazioni complesse in esperienze intuitive. La prossima volta che vi trovate davanti a un manuale, una guida o delle istruzioni, provate a osservare come il vostro occhio si muove sulla pagina. La comunicazione tecnica efficace non è quella che si limita a trasmettere informazioni, ma quella che crea un dialogo naturale con il lettore. E voi, quali esperienze avete avuto con la documentazione tecnica? Come pensate si possa migliorare la comunicazione delle informazioni tecniche? #ComunicazioneTecnica #UXDesign #ComunicazioneVisiva #DesignThinking
Post di studiodz
Altri post rilevanti
-
Un breve assaggio di elaborazione delle tassonomie visive, utili per individuare un lessico di segni dedicati a un determinato pubblico con cui lavorare creativamente, nonché per genere un prompt. · 👉🏻 A cosa serve creare delle tassonomie visive? A identificare quali segni colpiscono maggiormente un determinato pubblico. Per esempio: le sfumature cromatiche, i dettagli, l’uso della simmetria o asimmetria ecc. · 👉🏻 Come gestirle in funzione del pubblico a cui ci rivolgiamo? Creando delle tavole in cui si dispongono in funzione di parametri calibrati sul pubblico di riferimento. E così verificare dove si concentrano maggiormente, per esempio, le sfumature cromatiche, i dettagli, l'uso della simmetria ecc. · 👉🏻 Che dati restituiscono? Attraverso un metodo comparativo mettono in evidenza con quali elementi visivi lavorare creativamente per colpire il pubblico desiderato. PS: è un lavoro che richiede sensibilità, conoscenza della visual culture e una profonda consapevolezza del proprio pubblico. Nell’immagine parte di una tassonomia restituita da alcune mie studentesse della Laurea Magistrale in Creatività e design della comunicazione IUSVE - Istituto Universitario Salesiano Venezia
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
Cosa rende una gerarchia visiva efficace? La chiave sta nell'uso intelligente di dimensioni, peso, contrasti e posizionamento. Un titolo accattivante, un sottotitolo informativo, testi e immagini ben bilanciati: ogni elemento ha il suo posto preciso, garantendo che il messaggio principale emerga con chiarezza e che la lettura diventi un'esperienza fluida e naturale.
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
𝐕𝐢𝐬𝐮𝐚𝐥 𝐓𝐡𝐢𝐧𝐤𝐢𝐧𝐠 𝕚𝕟 𝕡𝕚𝕝𝕝𝕠𝕝𝕖 Libri 𝒅𝒂 𝒄𝒐𝒏𝒐𝒔𝒄𝒆𝒓𝒆 Siamo arrivati alla fine di questo viaggio nel Mondo del Visual Thinking, dove con le immagini tutto è possibile. Anche gli egizi lo dicevano “i disegni sono magici”. Vi lascio con dei consigli di libri da leggere a Natale. 1️⃣ 𝘙𝘪𝘶𝘯𝘪𝘰𝘯𝘪 𝘝𝘪𝘴𝘶𝘢𝘭𝘪. 𝘊𝘰𝘮𝘦 𝘪 𝘥𝘪𝘴𝘦𝘨𝘯𝘪, 𝘪 𝘧𝘰𝘨𝘭𝘪𝘦𝘵𝘵𝘪 𝘢𝘥𝘦𝘴𝘪𝘷𝘪 𝘦 𝘭𝘢 𝘮𝘢𝘱𝘱𝘢𝘵𝘶𝘳𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘪𝘥𝘦𝘦 𝘱𝘰𝘴𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘵𝘳𝘢𝘴𝘧𝘰𝘳𝘮𝘢𝘳𝘦 𝘭𝘢 𝘱𝘳𝘰𝘥𝘶𝘵𝘵𝘪𝘷𝘪𝘵𝘢̀ 𝘥𝘪 𝘶𝘯 𝘨𝘳𝘶𝘱𝘱𝘰 di David Sibbet per chi fosse interessato al mondo della facilitazione. 2️⃣ 𝘛𝘩𝘦 𝘚𝘬𝘦𝘵𝘤𝘩𝘯𝘰𝘵𝘦 𝘩𝘢𝘯𝘥𝘣𝘰𝘰𝘬 di Mike Rohde per fare un passo nelle sintesi visuali. 3️⃣ 𝘓𝘢 𝘷𝘪𝘢 𝘥𝘦𝘭 𝘥𝘪𝘴𝘦𝘨𝘯𝘰 𝘣𝘳𝘶𝘵𝘵𝘰 di Alessandro Bonaccorsi per comprendere come non bisogna essere dei disagnatori per ragionare con le immagini e come queste siano fondamentali per tutti. 4️⃣ 𝘎𝘢𝘮𝘦𝘴𝘵𝘰𝘳𝘮𝘪𝘯𝘨 di Dave Gray Sunni Brown e 𝗝𝗮𝗺𝗲𝘀 𝗠𝗮𝗰𝗮𝗻𝘂𝗳𝗼 se non lo conosci, corri a comprarlo. Consiglio in inglese. Come scrive Marco Lobietti nel suo post di sabato scorso è in uscita la nuova edizione! 5️⃣ E una chicca tutta disegnata per filosofeggiare un po’ a suon di immagini: 𝘓𝘢 𝘮𝘦𝘳𝘢𝘷𝘪𝘨𝘭𝘪𝘰𝘴𝘢 𝘷𝘪𝘵𝘢 𝘥𝘦𝘪 𝘧𝘪𝘭𝘰𝘴𝘰𝘧𝘪 di 𝗠𝗮𝘀𝗮𝘁𝗼 𝗧𝗮𝗻𝗮𝗸𝗮 👉🏻 Oggi una call to action stellare: mi fate una sintesi visuale delle tre cose che proprio non vi piacciono del Natale? (Ok ok potete anche semplicemente scrivetemelo nei commenti, dopotutto si sa, a Natale siamo tutti più buoni 🤣) #visualthinking #scribing #pennealweb
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
21. Skeumorfismo Gli utenti si adattano più facilmente a cose che sembrano oggetti del mondo reale. Lo si vede applicato nel design quando un oggetto della grafica ha la stessa forma della sua controparte del mondo reale. Serve per facilitare la comprensione del messaggio. Facile. Lo skeuomorfismo si basa in parte sul Bias di Familiarità visto qualche settimana fa e sul concetto di usabilità chiamato "Affordance" che richiama negli utenti le azioni che essi considerano possibili mentre interagiscono con un oggetto. Consideri il “Skeumorfismo” quando pensi alla tua strategia? --- A questo link trovi gli altri consigli della serie “Psicologia e Design”: https://lnkd.in/dSuXY-_J
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
Il nemico numero uno di un grafico è il disordine. Questo disordine non riguarda necessariamente il numero di elementi su schermo, ma anche la frammentazione di stile e di ambiti. Disordine è anche quindi sinonimo di mancanza di coesione tra un elemento e l'altro. Un grafico disordinato è per definizione un grafico difficile da processare ed un grafico difficile da processare è innegabilmente un grafico inefficace. Ecco una formula che utilizzo personalmente per valutare l'efficacia di un grafico. Efficacia = 1 / t Quando t è grande, allora l'efficacia tende a 0. Si pone naturalmente una domanda: cosa significa comprensibile? In termini psicologici, una cosa è comprensibile secondo due criteri: - abbiamo la conoscenza pregressa che guida la nostra comprensione - lo stimolo non sovraccarica il nostro sistema sensoriale t è quindi la somma degli elementi citati, ed è possibile calcolarla solo empiricamente. Queste nozioni sono fondamentali per un esperto di data visualization: dobbiamo sempre pensare a quanta conoscenza abbia l'osservatore rispetto a quello che vede su schermo e quanto andiamo a sovraccaricare il suo sistema sensoriale.
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
Le immagini bidimensionali, tridimensionali e in movimento sono potenti strumenti emotivi. È essenziale per ogni comunicatore comprendere il loro impatto e il comportamento del pubblico a cui si rivolge. 👁️ Le immagini bidimensionali, come fotografie e infografiche, catturano l'attenzione attraverso il loro centro visivo. · Chi le incontra ricorda principalmente i dettagli legati al focus, meno quelli periferici. · Le emozioni che provocano sono fulminee, istintive. Strategicamente si possono indurre attraverso un'espressione, una cromia, un'assenza, una complessità, l'inaspettato e volte l'ovvio ecc. 🌟 Le immagini tridimensionali sono immersive, coinvolgono tutti i sensi e creano memorie basate sull'esperienza complessiva. · Chi le incontra ricorda l'insieme più dei dettagli. · Le emozioni che provocano sono forti, a volte contrastanti, richiedendo un’accurata e attenta progettazione a 360 gradi. Il rischio altrimenti è di essere dimenticati. 🎬 Le immagini in movimento, come slide o video, offrono un flusso emozionale sia nel complesso che nei singoli frame. · Chi le incontra ricorda i singoli frammenti e mentalmente li lega all'insieme. · Le emozioni che provocano possono spaziare dall’empatia alla noia. Così per mantenere alta l’attenzione si deve effettuare un attendo lavoro di regia, ottenibile per affinità e interruzioni, difformità e ripresa.
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
Quando assisto alle presentazioni sono tendenzialmente rilassata e desiderosa di imparare... ma poi purtroppo vedo cose che il mio "occhio da grafica" non perdona facilmente, ed è lì che mi distraggo! Questi 3 sono gli errori che più spesso vedo nelle slide, e che anche io in passato ho fatto: eppure basta poco per cambiare il risultato finale. Piccoli passi per un contenuto fruibile, visuale, immediato! #presentationdesign #errori #slide
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
Numerosi studi hanno dimostrato che il cervello umano è predisposto a elaborare le informazioni visive molto più rapidamente rispetto al testo scritto 🧐 Un esperimento condotto dall’Università di Stanford ha rilevato che il nostro cervello impiega meno di un secondo a elaborare e attribuire un significato a una rappresentazione grafica, mentre può impiegare fino a 6 secondi per leggere circa 20-25 parole. Altri studi hanno evidenziato che fino al 70% del cervello umano è dedicato alla percezione visiva, il che spiega perché siamo così abili nel riconoscere schemi e interpretare immagini. [...] La scelta del grafico è fondamentale quando si tratta di presentare un concetto o un’evidenza, poiché un grafico mal progettato può facilmente distorcere la comprensione dei dati. Se vuoi costruire insieme a noi la tua strategia di marketing vincente, contattaci: ☎ 02 4070 7003 📧 [email protected] #bcentric #agenziadicomunicazione #communication #marketing #strategia #trend #business #aziende
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
**"La potenza delle immagini: riflessioni su 'Picture this' di MIT Technology Review"** Quando gli alunni dell'MIT aprirono il primo numero della rivista The Technology Review nel gennaio 1899, trovarono non solo una descrizione del nuovo edificio Pierce, ma anche fotografie nitide degli interni. Il secondo numero presentava foto della squadra di football varsity e un banchetto degli alunni a Chicago che coinvolgeva 130 ospiti a distanza... **La storia delle immagini nella rivista** L'articolo "Picture This" di MIT Technology Review, recentemente pubblicato, ha sollevato riflessioni interessanti sulla potenza delle immagini nella comunicazione scientifica e tecnologica. L'autore ricorda come le prime foto pubblicate sulla rivista abbiano contribuito a creare un ponte tra la comunità scientifica e il pubblico più ampio. **I pro** * Le immagini sono in grado di comunicare concetti complessi in modo più efficace rispetto al testo; * La rivista ha sempre cercato di utilizzare le immagini per raccontare storie e condividere esperienze; * Le foto possono essere un potente strumento per creare empatia e connessione tra le persone. **I contro** * La dipendenza dalle immagini può portare a una superficialità nella comunicazione scientifica; * La selezione delle foto può essere soggettiva e influenzata da pregiudizi; * La quantità di immagini presenti nella rivista può essere sovraccaricante e distraente. **Cosa ne pensate?** Siete d'accordo che le immagini siano un elemento fondamentale nella comunicazione scientifica e tecnologica? O pensate che la dipendenza dalle immagini possa essere un limite? Condividete le vostre riflessioni e pensieri sui commenti! **Leggi l'articolo completo su MIT Technology Review:** https://lnkd.in/dXZXj_pA #PictureThis #MITTechnologyReview #ComunicazioneScientifica #Fotografia #Scienza #Tecnologia #Innovazione #LinguaggioDelleImmagini
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
115 follower