da leggere le analisi di Dino Amenduni, sempre lucide e puntuali, per comprendere il significato delle scelte politiche, gli errori e le inadeguatezze di una compagine improvvisata
Giorgia Meloni rientra in scena, a Cernobbio, nel giorno dell'incontro con Zelensky, facendo la cosa più sbagliata in assoluto: attaccando Maria Rosaria Boccia. È un errore grave perché: 1. Prolunga la polemica che a Palazzo Chigi stanno cercando disperatamente di chiudere (MRB le risponde a tono su Instagram e vince il round con facilità quasi sconcertante) 2. Parla della donna sbagliata: avrebbe potuto (e dovuto) spendere una parola sulla vera vittima di questa questione, la moglie di Sangiuliano. E invece no. 3. Questa scelta tradisce la totale assenza di cultura femminista della nostra presidente del Consiglio, al netto della retorica. Se dopo tutto quello che è emerso attacchi Boccia e non riesci ancora ad accettare che l'origine di tutto sto casino è Sangiuliano e il suo apparato riproduttore, vuol dire che siamo ancora a "è la donna che ci prova, i maschi sono cacciatori, la carne è debole". La summa del patriarcato. 4. Denota un'antipatia (per ora la definisco così, aspettando i dati definitivi) nei confronti di Boccia che potrebbe essere il segnale di altro che ancora non è emerso pubblicamente. La stessa Boccia, il giorno prima, aveva detto di votare e stimare Meloni. Quindi l'attacco scomposto è incomprensibile (anche) per questa ragione. Come ampiamente prevedibile, questa storia non solo non finisce qui ma continuerà a creare grattacapi al governo, di quelli pesanti. Buona domenica.